Compositore, arrangiatore, ma soprattutto cantante virtuoso, Michael Mayo è il terzo vocalist nella storia ad essere stato accolto nel celebre Thelonious Monk Institute of Jazz Performance (ora rinominato in onore di Herbie Hancock), in 20 anni di esistenza del programma. Ascoltato e/o visto al fianco di Ben Wendel, Scary Pockets, Kneebody, Gretchen Parlato, Christian Sands e Becca Stevens, la sua creatività e la sua tecnica impeccabile hanno conquistato il consenso dei suoi colleghi più affermati. Ha anche avuto l’opportunità di accompagnare il suo mentore Herbie Hancock durante una tournée. A soli 28 anni, il cantante americano affascina, passando con una sorprendente facilità dall’interpretazione di standard con big band o in formazioni ridotte, alle sue composizioni sperimentali, dove si percepisce il suo approccio alla loop station, utilizzata per mettere la tecnologia al servizio dell’improvvisazione. Ed è probabilmente con Bones, un primo album molto personale, sia ambizioso che ben riuscito, che oscilla tra soul, jazz, r&b e hip-hop, che Michael Mayo conferma di possedere una delle voci più talentuose e versatili della sua generazione.