Intervista con Shay De Castro: “Molte persone dicono che non sia veramente produrre e che sia barare, ma io non sono d’accordo”

Il promettente talento dall’Idaho parla del suo ultimo EP ‘Assembly’ pubblicato su CODEX Recordings, il suo background rock, i suoi trucchi nel produrre e le sue idee riguardo al futuro del clubbing dopo il covid-19 0

Nata e cresciuta negli USA, venendo da un background rock e suonando la chitarra fin da quando era una bambina, Shay De Castro è un talento promettente nella scena techno e trance. È giovane e fresca, ma ha già condiviso il palco con aristi quali Spektre, Groovebox e Deborah De Luca, solo per menzionarne alcuni. I suoi set sono progressive e pieni di energie, così come lo sono le sue tracce. In occasione della release del suo EP ‘Assembly‘ su CODEX Recordings, che sta già scalando la classifica Techno di Beatport, abbiamo chiacchierato con Shay delle sue produzioni così come delle sue origini, la sua vita negli USA, le sue ispirazioni e le sue idee su come la scena musicale cambierà dopo la crisi del covid-19.   

Xceed-Interview-Shay De Castro-DJ Booth
Immagine: © Shay De Castro

Chi è Shay De Castro, e come è iniziata la tua carriera da DJ e produttrice?

Prima di tutto, grazie per l’ospitalità! Shay De Castro è solo una ragazza ossessionata con la musica che la condivide con gli altri. Mi sono interessata al mondo del djing dopo aver scoperto la trance, quando avevo 11 o 12 anni. Con un po’ di soldi risparmiati dal compleanno ho comprato un libro sulle base del djing da Barnes and Noble, ma a quel tempo non avevo la possibilità di mettere in pratica quello che avevo imparato. Fu solo quando me lo mostrò il mio amico, qualche anno dopo. Sono cresciuta in una città molto piccola con letteralmente zero ambienti di musica elettronica, quindi è stato solo dopo il liceo e dopo essermi trasferita che mi sono davvero buttata nel mondo del djing.

La produzione era un’altra storia, però. Sapevo di voler fare musica perché ero un musicista da quasi tutta la vita. Tuttavia, imparare una DAW è stata inizialmente una lotta per me. È stato solo quando ho iniziato a seguire corsi online che me ne sono innamorata.

Alcune città americane sono state molto importanti per la musica elettronica, soprattutto la techno. Essendo cresciuta negli USA, come ti ha influenzato tutto questo?

Sì, beh, la mia città natale (Boise, Idaho) non ha aiutato molto. Solo un negozio di dischi chiamato The Record Exchange aveva dischi trance e techno, e questo è stato l’inizio della mia collezione. Los Angeles è stata un’influenza enorme, però, e mi ha davvero motivato a suonare e a fare tutto quello che volevo. Quello che amo di Los Angeles è che la maggior parte delle persone si è trasferita lì per inseguire un sogno ed è così incredibilmente motivante stare con quel tipo di persone. Sentono che niente è impossibile.

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Immagine: © Shay De Castro

Che ruolo ha giocato la musica rock nella tua vita e, conseguentemente, nella tua carriera? Sei stata influenzata anche da altri generi musicali? 

Ha influenzato tutto. I miei genitori mettevano i Black Sabbath e i Nirvana quando ero solo un bebè. È diventato una parte di me. Ho imparato a suonare la chitarra a 10 anni e la portavo con me ovunque, sul bus e la suonavo fuori da scuola tutte le mattine e durante i pranzi perché non avevo molti amici. La musica c’è sempre stata per me, ed è sempre stata la perfetta via di fuga. Quando sono andata alle scuole medie e superiori, la trance è entrata a far parte della mia vita ed è diventata subito un’ossessione. Amavo anche la techno, ma a quei tempi, la trance era tutto per me. Mi influenza ancora oggi. 

Hai pubblicato il tuo EP ‘Assembly’ su CODEX Recordings. Da dove nasce l’idea di questo EP?

L’idea era questo EP più crudo e intenso. È da questo che deriva il titolo. Era una sorta di modo per esprimere il momento probabilmente più difficile della mia vita. Le mie precedenti release sono state molto meno serie, si potrebbe dire, e questo perché non ho provato emozioni o difficoltà nella vita reale che vi abbiano contribuito – per quanto questo possa sembrare un cliché. Le altre due tracce sono un po’ più ” agguerrite”, credo, e rappresentano un lato più chiaro di quella situazione.

Parlaci del lato tecnico dell’EP, come lo hai prodotto? 

Ho iniziato con un semplice 8-bar loop con un kick e con l’arpa che sentite attraverso Assembly, mentre giocavo con il basso. Sembrava troppo semplice, ma era arrivato ad un punto in cui qualsiasi cosa aggiungessi sembrava di troppo. Vorrei ci fosse più metodo dietro, ma raramente inizio progetti con un’idea ben specifica in mente. 

E, in generale, com’è il tuo flusso di lavoro in studio? Qual è uno strumento che non può mancare?

Non è propriamente il 100% del caso, ma molto spesso uso dei template. Lo so che molte persone molte persone dicono che non sia veramente produrre e che sia barare, ma io non sono d’accordo. Ti risparmiano un sacco di tempo e possono aiutarti a finire una traccia. Ho capito di essere una persona che lavora meglio con un setup molto semplice. Amo comprare attrezzatura perché credo che migliori sempre il flusso di lavoro e possa ispirare. A me tutto quello che serve sono le cuffie, un’interfaccia e una MIDI keyboard. È facile viaggiarci e offre abbastanza convenienza secondo me. In futuro, mi piacerebbe sedermi e ideare un live set, ma vedremo. 

Xceed-Interview-Shay De Castro-Press Kit
Immagine: © Shay De Castro

Com’è stato collaborare con CODEX Recordings? Hai in mente di pubblicare altra musica sulla label in futuro? 

È stata un’esperienza incredibile! CODEX è di Spartaque, un professionista al 100% ed è stato veramente bello lavorare con una label così strutturata – che rispetta davvero gli artisti ed il loro lavoro. Agli artisti che hanno appena iniziato a pubblicare musica, consiglio di dare un’occhiata anche all’altra sua label, IAMT. Mi piacerebbe tanto lavorare ancora con CODEX in futuro, ma vediamo dove ci porterà questo viaggio!

Come descriveresti un tuo set a qualcuno che non lo ha mai sentito? 

Direi che è potente, versatile e progressivo. Certo, dipende tutto dalla lunghezza del set e dalla location. L’ultimo set prima del covid-19 è stato memorabile. 6 ore e viaggiavamo dai 130 ai 145 BPM.

Considerando i nomi top della scena, quali sono quelli che ti ispirano di più e perché?

ANNA mi ispira molto perché lo fa da molto tempo e la sua passione è così contagiosa. Inoltre amo il suo essere umile nonostante il suo successo. 

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Immagine: © Gabriela Xiutzal

E ora, considerando la crisi che abbiamo appena vissuto (e stiamo ancora vivendo), quali pensi saranno le conseguenze sull’industria? Sarà la stessa, soprattutto per quei nomi top della scena? 

Questa è tosta… tuttavia non credo che sarà del tutto uguale dopo questo periodo. Penso che molte persone dell’industria hanno iniziato o almeno hanno considerato una forma di guadagno alternativa nel caso in cui una cosa simile capiti ancora. Penso anche che molti artisti continueranno a fare live streaming per creare un legame più profondo con i fan. 

C’è qualcosa in particolare che speri cambi? 

Spero in più opportunità per nomi più piccoli, sì. Penso che si ritorni ancora una volta ai club e festival che cercano di riempire le loro lineup con i nomi più grandi possibili. Avere un po’ più di versabilità sarebbe molto apprezzato sia dai DJ che dai fan, allo stesso modo.

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Immagine: © Shay De Castro

Hai anche una serie di podcast, Crimethink, dicci qualcosa in più…

Purtroppo non ci ho combinato granché ultimamente perché sono stata totalmente concentrata sulla produzione. Ma ci sono su degli artisti che davvero ammiro, alcuni sono nomi grandi, alcuni meno. L’ho fatto con l’obiettivo di dare un pubblico ad artisti che si meritano di essere ascoltati ma non lo sono. 

Pensando a questo, e anche a tutti gli streaming che abbiamo visto in questi mesi, pensi che ci sarà sempre più materiale digitale dopo questo periodo, o pensi che sia qualcosa limitato al momento? 

Penso assolutamente che continuerà. Per esempio, io ho sempre voluto fare un live stream ma sono sempre stata un po’ troppo pigra per montarne uno. Ora ho visto la grande risposta da quelli che ho fatto, quindi continuerò a farli anche in futuro. 

Riusciresti ad adattarti ad un modo più “digitale” che “fisico” di fare clubbing? 

È meglio di niente, ma penso che nulla si possa comparare al club fisico. Non puoi sentire l’energia delle persone attraverso uno schermo. 

In questo periodo di stop, hai prodotto molto in studio? Quali sono i prossimi passi della tua carriera? 

Sì, in questo senso è stata molto bella la tranquillità. Ho avuto la possibilità di migliorare certe skill e anche smettere di pensare a cos’avrei “dovuto” produrre. Ho una timeline sono dettagliata su quello che succederà in futuro, ma voglio tenerla per me! Sicuramente aspettatevi più release molto presto!

ARTISTA: SHAY DE CASTRO

(Immagine di copertina: @ Get In Pr!)

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