Abbiamo letto che prima di iniziare la tua carriera da DJ eri un clubber. È così? Raccontaci di come hai iniziato il tuo percorso nel mondo della musica elettronica.
Lo sono anche adesso, quando posso. La mia passione per il mondo della notte è nata dalla pista, vivendola. Non sarei un DJ completo al 100% altrimenti, in grado di leggere le persone che ballano. Come puoi capire e comunicare con un qualcosa che non hai mai vissuto? Il Cupido che mi centrò con la freccia, in pieno, facendomi innamorare del mondo della notte fu il Tenax di Firenze. La prima volta che entrai in quel locale, mi ricordo che guardai il DJ e, ascoltando quella musica, in quel contesto, pensai: “io voglio fare questo”.
L’Ilario Alicante attuale, è molto diverso dall’Ilario del passato?
I serpenti cambiano pelle più volte nel corso della loro vita, ma rimangono sempre serpenti.. Giusto? Sono maturato sia come uomo, sia come DJ. Vado avanti riempiendo il mio bagaglio d’esperienze. Non mi piace usare la parola “diverso” e se dovessi sceglierne un’altra userei, appunto, “maturato”.
Alcuni pensano che se avessi voluto, avresti potuto fare passi più grandi nella tua carriera, ma non lo hai fatto. Sei d’accordo?
Io sono felice di quello che ho fatto fino ad ora e mi impegnerò sempre a fare meglio, seguendo i miei ideali, la mia logica, ma soprattutto il mio cuore. Purtroppo sono una persona che in alcuni casi non riesce ad adattarsi molto, e questo può essere stato un problema in alcune situazioni. Se una persona non mi va a genio, non riesco a fingere al fine di instaurare un rapporto da cui potrebbe trarne beneficio il mio lavoro. Non l’ho mai fatto e mai lo farò. I grandi passi si fanno con impegno, passione, costanza e musica.
Qual è stato il passo più grande nella tua carriera?
Rimanere quello che ero prima di tutto questo.
“Ilario Alicante” significa techno? Come definiresti precisamente la tua musica?
Mi sento un DJ a 360 gradi, non mi piace fossilizzarmi su un unico genere, mai. Se mi piace e mi emoziona un disco di un altro genere, lo suono; o se mentre sono in studio, mi sento di fare qualcosa non propriamente techno, lo faccio. In ogni caso non mi piace definire con precisione la mia musica.
Pensando ad Ilario Alicante, ad alcuni viene in mente Drumcode. Altri invece pensano che tu sia ancora un volto importante di Cocoon. Qual è la tua opinione a riguardo?
Sono sicuramente due elementi importanti della mia carriera, ma il mio obbiettivo è che quando si pensa a Ilario Alicante, venga in mente Ilario Alicante.
Ti piacciono altri generi musicali? Quali? Quali sono i momenti che abbini ad ogni genere che ascolti?
Ascolto di tutto. Ultimamente oltre alla musica che produco e suono in giro per i locali, ascolto molta electro. Oltretutto, mi piace capire perché alla gente piaccia un genere musicale piuttosto che un altro, mi piace percepire il messaggio che l’artista vuole trasmettere con un determinato tipo di musica, in un determinato momento. La musica è comunque lo specchio della società rispetto al momento in cui è stata creata; ascoltare diversi generi musicali, e la musica più in generale, fa capire più cose di quello che si possa immaginare.
Collezioni vinili, nonostante usi sempre il computer? O a volte suoni anche con i vinili?
Prima mi ci dedicavo di più; ora invece meno, per questioni di tempo. Non suono con i vinili perché ormai sono pochi i locali che permetterebbero di usarli senza problemi, ma soprattutto perché il mio modo di mettere musica è differente, il vinile non mi permetterebbe di suonare come vorrei.
Siamo abituati a sentirti in orari da headliner durante serate e festival. Come sarebbe il tuo set se dovessi fare un warm up?
In diverse gig faccio all night long, e sono tra quelle che preferisco di più. Il warm up però è molto importante per una serata, quando la gente arriva nel locale è un momento importante. La musica che si trova quando si mette piede in un club a volte può condizionare la serata in modo decisivo. Creare un’atmosfera e preparare la gente al divertimento facendola divertire fin da subito non è semplice, ma allo stesso tempo affascinante ed importante.
Alla fine del 2017 hai affermato che secondo te senza e il giudizio e l’immagine creata dai social, molti DJ non avrebbero il seguito che hanno. Per assunto, se la consolle fosse coperta solo da un tendone, non molti andrebbero a sentire i loro DJ preferiti. Sei ancora della stessa idea?
Certo, sono sempre della stessa idea. L’immagine e l’apparire, nel momento storico in cui ci troviamo, stanno prendendo il sopravvento. Lo stesso identico set fatto da un big, se fatto da un resident o da uno DJ sconosciuto, non avrebbe lo stesso effetto anche se la musica fosse esattamente la stessa e messa nello stesso identico modo. Ovviamente il carisma conta, siamo entertainers, tuttavia, nella maggior parte dei casi oggi non si parla neanche più di quello, ma solo dell’immagine e di quello che un DJ rappresenta a livello visivo per un cliente. Questo è brutto e scorretto per la musica.
Questo mondo di Social Network quindi, ci sta facendo impazzire. Come scritto sopra, in passato hai affermato che la musica sta perdendo importanza rispetto all’immagine. Tuttavia, ti vediamo molto attivo sui tuoi Social. Stai reggendo il gioco nonostante non ti piaccia?
Il mio essere attivo penso che sia relativo, ma non ho mai abusato dei social networks. Tuttavia mi sento di aggiungere che non sono da demonizzare, non bisogna prenderli come capro espiatorio. Sono delle piattaforme importanti che permettono di comunicare istantaneamente con le persone che ti seguono. Perché non usarli? Non si tratta di reggere il gioco. Il problema riguarda l’uso che se ne fa, niente di più, niente di meno.
11 mesi fa hai pubblicato un video “Presentazione Vlog” ma poi non abbiamo visto altri video. E’ un progetto che vorresti portare aventi?
Mi sono divertito a fare quel video. Ho curato personalmente tutto il processo dalla A alla Z, dalle riprese, alle idee, al montaggio e post produzione etc. Purtroppo però richiede veramente tanto tempo e non volendo delegare altre persone per questi compiti, mi trovo in difficoltà visto il poco tempo che ho a disposizione tra un impegno e l’altro. Ho comunque in mente di fare qualche altro video in futuro, magari con dei contenuti diversi.
Sappiamo che hai vissuto per diversi anni a Berlino, ma che ora ti stai spostando a Milano. Pensi che l’Italia sia un buon mercato, o torneresti nel Bel Paese solo perché ti manca la madre patria?
Mi sono trasferito a Milano da qualche mese. Mi mancava la vita italiana. Ho vissuto all’estero dai 18 anni in poi e mi sentivo di tornare. Milano é l’unica città dove vivrei in Italia. Si respira l’aria d’Europa, è una città in continuo miglioramento ed evoluzione.
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