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Mood Festival: la connessione definitiva tra musica, innovazione e storia in Italia

By Constancia Moreno

June 23, 2023

Il termine “Mood” rispecchia la sintesi perfetta di ciò che siamo. Uno stato d’animo, un’atmosfera, l’atteggiamento giusto per fare qualcosa.

Sempre più clubbers cercano di allontanarsi dalla massa. Cercano di godersi la musica in formati più piccoli, in un’atmosfera intima, cercando di connettersi con l’ambiente e le sue sensazioni. La sintesi di tutto questo si traduce nell’ascesa dei boutique festival, che in paesi come l’Italia ne sono l’emblema con concetti come il Mood Festival, in programma il 21-22 luglio a Tolentino.  Vediamolo da vicino in questo articolo! 

Dal 2015, questo evento annuale fonde il meglio della musica elettronica, dell’arte e della storia in una location senza precedenti. Perché? Perché il Mood si tiene al Castello della Rancia di Tolentino, storico castello marchigiano ed emblema dell’evento. 

Dopo un’iconica anteprima a Porto San Giorgio il 17 giugno, la nona edizione si terrà il 21-22 luglio. E per la prima volta, con un format diviso in due palchi. Da un lato, il Main Stage – Xceed Privé darà la possibilità di vivere l’esperienza in modo esclusivo. Dall’altro lato, il Wanderlust Stage – Bridge Area in collaborazione con il collettivo Wanderlust Vision porterà la visione più artistica dell’evento. 

Ma Mood va oltre i beat. Oltre al suo impegno per l’arte, si distingue per iniziative come la missione “No Mood 4 Plastic”, che renderà questa nuova edizione sostenibile e rispettosa dell’ambiente.  Dal punto di vista musicale, le stelle del festival di quest’anno sono, tra gli altri, il titano della techno Ben Klock, le melodie di Scala e Klaus e l’energico carisma sui deck di Riccardo Prosperi. 

Un’occasione unica per sentire la musica che amate in un luogo magico. Unitevi all’atmosfera!

Perché Mood? Come è nato il progetto e come è cambiato dalla prima edizione?

Preso in prestito dalla lingua inglese, il termine “Mood” rispecchia la sintesi perfetta di ciò che siamo. Uno stato d’animo, un’atmosfera, l’atteggiamento giusto per fare qualcosa.

La versatilità con cui lo si utilizza, racchiude ciò che creiamo e ciò che vorremmo trasmettere sempre a chi decide di vivere i nostri eventi. Il progetto del Mood Festival nasce da un’amicizia storica legata dalla passione intrinseca per la musica, dalla voglia e dall’intenzione di creare qualcosa di nuovo, una scommessa per il futuro del territorio e la costruzione di qualcosa di inatteso ed importante.

Dalla prima edizione sono cambiate molte cose, tranne la dedizione ed il sacrificio nei confronti della nostra creazione. In primis siamo cresciuti come gruppo e come squadra, i nostri orizzonti si sono ampliati e lo studio dell’evento in sé è stato, tassello dopo tassello, un crescendo sotto tutti i punti di vista. La cura dei dettagli, l’attenzione nei confronti dei nostri clienti, il rispetto e la serietà di tutta la parte burocratica e la progettazione della struttura del festival sono stati e sono per noi punti focali che nel tempo e con pazienza abbiamo fatto maturare con costanza.

Poiché la sostenibilità diventa vitale e virale nell’industria dei festival, Mood Festival l’ha abbracciata per l’edizione 2023. Quanto è fondamentale per i promoter avere questa mentalità, soprattutto in Italia?

Partiamo da un presupposto importante: la sostenibilità è fondamentale in qualsiasi lavoro ed ambito. Il nostro mondo ha un significativo potere ovvero quello di coinvolgere persone di tutte le età, comprese le nuove generazioni che corrispondono alla parola futuro. Sensibilizzare il nostro presente ed il nostro futuro ad una visione planetaria più curata e pulita è sintomo di crescita e razionalizzazione nei confronti di una delle problematiche più importanti che abbiamo ora.

L’Italia, purtroppo, sotto questo punto di vista è realmente e significativamente indietro, pochi si interessano e si occupano di preservare il territorio, la nostra realtà invece, si impegna alla sensibilizzazione dell’argomento sia nel teorico che nel pratico. Siamo una voce importante che può essere ascoltata e presa d’esempio da tanti. Noi, nel nostro piccolo, ci impegniamo e ci impegneremo sempre di più all’apertura totale nei confronti di uno sviluppo sostenibile di quelli che sono e saranno i nostri eventi e del coinvolgimento, in questa stessa sostenibilità, di tutti i nostri clienti.

Quali sono le aree principali su cui lavorate e quanto è difficile per un promoter implementarle? Quanto è complicato insegnare ai frequentatori dei festival in Italia ad attuare pratiche sostenibili?

Il nostro collettivo fa di tutto per progettare eventi plastic free con il motto “No Mood 4 Plastic”. La politica organizzativa che adottiamo ha ridotto al minimo l’impatto ambientale di tutti gli eventi che realizziamo, una scelta consapevole e non facile che ci rende molto orgogliosi.

Le aree principali su cui lavoriamo sono molteplici: dai bracciali realizzati con materiali riciclati a bicchieri e cannucce completamente biodegradabili. L’anno scorso l’acqua è stata venduta non in bottiglia ma in lattine compostabili eco-friendly mentre, quest’anno in collaborazione con Acqua Alma, l’acqua sarà distribuita gratuitamente tramite erogatori riconosciuti da Legambiente che filtrano e rispettano uno dei beni più preziosi che abbiamo. Grazie a Labware, non esisteranno più scontrini cartacei ma digitali, le uniche comande fisiche che avremo, saranno erogate e stampate unicamente con carta ecologica.

Verranno posizionati in ogni area dedicata al festival, cassonetti appositi per la raccolta differenziata in collaborazione con uno dei più grandi servizi di gestione e smaltimento di rifiuti in Italia, Cosmari. Anche le macchine del caffè “Victoria Arduino” di Simonelli Group, che saranno presenti nella nostra area food, sono state scelte accuratamente per via della loro ideazione a basso consumo di energia. Implementare tutto ciò è complicato e anche, sotto alcuni aspetti, dispendioso sia di energie che denaro.

Ancor più difficile è proprio quello di sensibilizzare ed insegnare ai nostri clienti ciò che significa comportarsi bene nei confronti della nostra terra, proprio per questo, un’altra importante novità dedicata a ciò, sarà quella delle challenge ambientali. Tramite Ustep, una startup catanese che, attraverso appositi algoritmi, incentiva il movimento e certifica l’effettivo risparmio di CO2 di ogni utente, il Mood Festival propone dei premi a chi parteciperà e a chi si muoverà realmente nel rispetto dell’ambiente circostante.

La scelta del Castello della Rancia come location del festival cattura la storia e la modernità che definiscono il Mood. Avete riscontrato dei problemi di produzione in questo luogo unico?

Le problematiche principali sono legate sicuramente alla burocrazia che viene imposta quando si utilizzano luoghi così storici ed importanti. La realizzazione dell’evento viene preceduta da diversi step obbligatori quali: accordi con il comune e tutti gli enti di riferimento; stesura del piano di sicurezza con annessi sopralluoghi appositi affinchè tutto sia a norma per il benessere del castello e dei partecipanti; la supervisione da parte della commissione pubblico spettacolo per il rilascio della licenza inerente l’evento danzante che viene proposto.

Rispetto per il territorio, per le autorità, per la natura, per i cittadini e per la storia che ogni posto detiene. Esistono dei luoghi simbolo che devono essere preservati . Seguire le regole è ciò che ogni promoter di eventi deve fare, sempre.

Di cosa devono essere consapevoli i promoter quando creano eventi in luoghi speciali come questo?

La consapevolezza principale sta nella valorizzazione e nel rispetto della storicità e dell’importanza del luogo scelto. L’attenzione nei confronti della pulizia e dello scrupolo legato alla sicurezza, affinchè nessuno valichi le regole comportamentali prestabilite è sempre stato per noi un principio assoluto da seguire.

Qual è la principale differenza di produzione nel castello, i principali ostacoli? Ci sono storie assurde che può condividere?

La produzione di un evento con montaggi e strutture estremamente complessi come quelli del Mood Festival, non è assolutamente semplice all’interno di un castello medievale come il nostro. Il suolo non uniforme presente in tutta l’area circoscritta utilizzata, comporta una livellazione del terreno in ogni punto animato del festival: dall’area food, ai bar, all’area chill, alle due zone dedicate e all’innalzamento di entrambi i palchi. A proposito di questi ultimi, vengono inoltre ideati e realizzati ulteriori sostegni appositi come basi stabili per la loro realizzazione. Un altro importante intervento si concretizza nella stesura di uno strato ghiaioso lavato per evitare che la polvere sedimentata nel terreno del castello si innalzi durante l’evento danzante.

Possiamo raccontare diverse storie e retroscena riguardanti tutte le edizioni passate del Mood Festival, alcune più divertenti, altre meno. Partiamo da una storia spiacevole, quella del 2016. In quell’anno, purtroppo, la nostra zona è stata colpita da un forte terremoto che ha bloccato, a due settimane dall’evento, la produzione di quest’ultimo, a causa della precarietà murale del castello. La messa in sicurezza della location è stata motivo di annullamento definitivo di quell’edizione.

Passando invece agli aneddoti più leggeri e divertenti, ci piace raccontare di tutte quelle volte che, a fine Festival, dopo settimane estenuanti di preparazione e lavoro all’evento, tutta la crew si è addormentata stremata in cambusa, tra sedie, scatoloni, frigoriferi e attrezzature varie. Oppure di quando abbiamo distribuito a tutti i contadini della zona, posseditori di bestiame, il cibo avanzato dalla nostra area food, affinché potessero darlo a tutti i loro animali.

Altro retroscena tenero e divertente da raccontare è sicuramente quello del ritrovamento di un agnellino in mezzo ai campi adiacenti al castello, lo abbiamo preso e tenuto con noi per tutta la durata dei montaggi pomeridiani prima di riportarlo al pastore che lo aveva perso.

Quali consigli darebbe ad altri promoter che organizzano eventi in luoghi diversi dallo stadio?

Il consiglio principale che possiamo dare si concretizza in un’unica parola: rispetto. Rispetto per il territorio, per gli enti, per le autorità, per la natura, per i cittadini che vivono in prossimità del luogo in cui l’evento si svolge e per la storia che ogni posto detiene. Esistono dei luoghi simbolo che devono essere preservati a prescindere da tutto. Seguire le regole in maniera diligente e professionale è ciò che ogni promoter di eventi deve fare, sempre.

I migliori festival boutique in Italia 

Mood Festival non offre solo un magico viaggio musicale, ma anche esperienze esclusive nel backstage, come l’Xceed Privé. Come riuscite a trovare un equilibrio tra i VIP e la promozione dell’inclusività e della connessione per tutti i frequentatori del festival?

Il nostro festival è da sempre sintomo di inclusività a 360 gradi. A partire dal nostro team interno formato da 18 donne e 21 uomini di età compresa tra i 18 e i 30 anni, nessuna distinzione di sesso o età, la nostra squadra è lo specchio dei nostri eventi. I partecipanti e di conseguenza le connessioni che si instaurano durante il festival, non hanno etichette né ceti sociali ma bensì raccontano storie all’interno di una cornice comune che racchiude musica, interazione e divertimento.

È iniziato il conto alla rovescia per un’altra edizione di Mood e i nostri livelli di eccitazione sono fuori scala! Per coloro che non hanno ancora partecipato a un boutique festival, vi avvertiamo che non si può più tornare indietro una volta che si entra in contatto con formati come questo. Avete il coraggio di provarci? Ci vediamo al Mood Festival 2023!