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Era il 30 settembre 1995 quando l'ex fabbrica di droghe e spezie Paolini e Villani veniva occupata, diventando la nuova sede del Centro Sociale Rivolta. Una vecchia fabbrica chiusa da anni come tante nell'area di Porto Marghera. Una Porto Marghera che seguiva il declino della chimica lasciando sulla sua scia devastazione ambientale e morte. Vecchie fabbriche e stabili abbandonati, in tutta la penisola, venivano sottratti alle speculazioni ed all'abbandono per essere trasformati in laboratori di cultura e politica. Sono centinaia in quegli anni gli spazi occupati e restituiti ad un uso sociale e collettivo. Quell'occupazione segna per tanti la possibilità di sognare e costruire un futuro diverso per Marghera e per la nostra città. Un quartiere, quello di allora, schiacciato tra la zona industriale con i suoi veleni e il degrado sociale di una periferia dimenticata dove un altro veleno, l'eroina, aveva distrutto la vita di centinaia di giovani. Un' occupazione che per noi e tanti altri ha segnato la possibilità di pensare un futuro diverso per questo territorio. Riconversione ecologica, riqualificazione, autorecupero, ambiente e qualità della vita, produzione di welfare dal basso sono stati i terreni su cui, da subito, abbiamo iniziato a sperimentarci. Tutto questo mentre in quegli anni il movimento riprendeva respiro e scopriva la sua dimensione globale. Dal Chiapas a Seattle, da Praga fino a Genova, milioni di persone si battevano nelle piazze e nelle strade di tutto il mondo chiedendo democrazia, giustizia e libertà. Ognuno di noi scopriva nelle lotte degli altri le proprie. Il Rivolta rappresenta una piccola storia collettiva che ha attraversato questi momenti fino ad oggi, un'esperienza che ha intrecciato la piccola grande storia di questi movimenti e continua a farlo.
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