Quello tra grandi città e club di importanza nazionale non è un binomio che va dato per scontato, quando la lente d’ingrandimento è posta sulla scena italiana. Sono tanti, infatti, gli esempi virtuosi di club nati in provincia in grado di imporsi e trasformarsi, grazie a una passione e una determinazione fuori dal comune, in vere e proprie istituzioni non solo locali; realtà capaci di resistere a cambi generazioni e al susseguirsi di mode e stili artistici. Provate a scorrere la mappa dello Stivale da nord a sud: resterete piacevolmente sorpresi. Tra questi, il Ribbon di Terracina, è uno di quelli che salta subito all’occhio vuoi perché da sempre contraddistinto per la tenacia con cui si è saputo piazzare tra Roma e Napoli – mica due città qualunque! – e fare un po’ la voce grossa; vuoi perché ha saputo costruirsi una storia invidiabile creando sinergie incredibili tanto con alcune delle giovanissime leve della consolle della scena techno italiana, quanto con alcuni dei big più autorevoli in circolazione – Ben Sims, Chris Liebing, Speedy J, Ellen Allien e Ben Klock vi dicono qualcosa? Il Ribbon è un vero miracolo, qualcosa di indescrivibile. Ribbon è una famiglia, un gruppo, un clan che viaggia sulle stesse note. Il Ribbon è pura energia, amore e connessione. Un movimento che è riuscito a mettere Terracina sulla mappa ovunque, e non solo in Italia. ospitando nell’arco di quasi un decennio più di 300 artisti internazionali.