Fare la cosa giusta nel posto sbagliato: volendo, la storia di Take It Easy si potrebbe per molto tempo riassumere (anche) così. Ed è sotto molti punti di vista un riassunto di cui andare davvero, davvero orgogliosi. Perché in una città come Milano che molto spesso è troppo attenta a fare tutto in modo perfetto, “giusto” e performante, la dose di coraggio ed incoscienza di Bugsy e DJLMP, i due resident-fondatori, ha rappresentato un bellissimo e benefico virus. E quanto questo virus sia stato benefico da un lato e meravigliosamente congegnato dall’altro, lo dimostra il fatto che oggi, 2020, a dieci anni dalla sua fondazione, Take It Easy sia più in forma che mai. Senza aver mai tradito se stesso.
Attenzione: non diciamo che l’attuale headquarters della serata sia “sbagliato”, tanto per riprendere il nostro incipit. Tutt’altro. Ma se è vero il Tunnel, tra tutti i club milanesi, è uno di quelli dalla storia più longeva e piena di allori, è anche vero che le mura di sotto la massicciata ferroviaria di Via Sammartini hanno avuto parecchi alti e bassi. Quando Take It Easy ci è saltata dentro, nell’ultima delle sue migrazioni, era un momento di risacca. Di “bassi”, appunto, e non nel senso delle frequenze che fanno tremare i muri e scuotere le emozioni. Sembrava che il clubbing non potesse più funzionare così bene, da quelle parti. Entrarci dentro decidendo di farne il proprio punto di riferimento è stato un azzardo.
Ma non è il primo. Appunto: Take It Easy è una storia di azzardi, di apparenti sbagli. Dal primissimo party, in Viale Monza, quando ci si è ritrovati investiti da una folla che era più del doppio della capienza, arrivando poi al trasferimento al Legend: uno spazio non solo fuori dalle rotte abituali della movida, ma in realtà storicamente consacrato ai live rock (e, di conseguenza, con attinenze col clubbing che erano zero meno di zero). C’è stata poi la breve ma intensa e bellissima esperienza al Q Club (con cui i rapporti reciproci di stima sono ancora fortissimi), c’è soprattutto stata la scelta successivamente di andare lì dove “non si dovrebbe andare”: sono cioè gli anni della residenza dalle parti di via Tocqueville, nel cuore della zona di Corso Como, lì dove non pare(va) esserci spazio se non per realtà schiettamente commerciali o rifugi per calciatori in libera uscita serale. Qualcosa che con la via di Take It Easy al clubbing c’entra poco.
Immagine © Davide Manea / MZNG®
Ma com’è questa via? Passione, certo. Ma anche competenza. Tanta. Quella competenza che ti porta a chiamare come guest tutta gente che prende molto sul serio la questione del djing in chiave techno, disco e house come cultura, senza però forza legarsi solo ai “nomi del momento” ma anzi prendendosi il rischio di fare delle scommesse, si trattasse di richiamare grandi nomi in periodi in cui erano snobbato o sottovalutati, così come di scommettere su talenti emergenti non ancora consacrati. Le serate pensate e portate avanti da Bugsy e DJLMP non sono quelle da migliaia e migliaia di persone, non sono quelle col super-ospite che trovate nei billboard giganteschi di Ibiza; sono un “labour of love” per un pubblico fedele, appassionatissimo, esperto, sorridente, che è contento di essere quello che è (…e non ambisce a diventare un “gigante” nei numeri). Qualcosa che assomiglia molto al sapore originario di ciò che è “club culture”.
Ecco perché sabato 25 gennaio, al Tunnel, quando si festeggeranno ufficialmente i dieci anni di vita di Take It Easy – che è cresciuto, si è fatto adulto, si è anche regalato un posto molto interessante come Fred come hub “pre-serata” – è davvero d’obbligo esserci, così come è d’obbligo seguire sempre attentamente i loro calendari futuri. Per ringraziare Bugsy e DJLMP per i primi dieci anni di questo viaggio che ha reso Milano un posto migliore, autentico e più coinvolgente. E con una musica suonata veramente ma veramente bene.
(Immagine di copertina © Take It Easy)
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