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Thom Yorke dei Radiohead viene hackerato e la band risponde pubblicando tutto il proprio materiale

By Paco Cavaller

January 22, 2020

È nel loro DNA. Se la leggendaria rock band britannica dei Radiohead è arrivata dov’è arrivata, indubbiamente è anche per l’incredibile qualità della loro musica. Ma, purtroppo o per fortuna, oggi quello non basta solo quello. Il marketing è sempre presente. Ed ha sempre qualcosa da dire.

Non è mai stato un problema per il gruppo guidato da Thom Yorke. Piuttosto il contrario: Radiohead è uno degli agenti musicali che ha maggiormente approfittato del digital marketing nell’era di Internet.

 

Radiohead, pionieri nell’era del digital marketing

Immagine: © Radiohead – sito ufficiale 

 

Nel 2016, il tanto atteso album A Moon Shaped Pool non è stato pubblicato nella maniera standard. I Radiohead hanno improvvisamente ripulito tutti i loro social network. I loro profili erano vuoti. E nella notte, le 11 tracce dell’album sono apparse sul loro sito web e sulle piattaforme di streaming. L’intera industria musica stava parlando dei Radiohead in quel momento. Investimento nel marketing: zero.

Facciamo un passo ancora più indietro. Anno 2007. Il loro album In Rainbows era il primo album della storia a non avere un prezzo fisso. Sotto il concetto del “paga quanto vuoi”, estremamente innovativo in quei tempi, i Radiohead sono stati pionieri nella democratizzazione della musica e all’adattamento all’era 2.0, in cui l’acquisto di musica in quanto tale inizia a dare il via agli abbonamenti di streaming online.

 

Un furto virtuale spinge i Radiohead a pubblicare contenuto inedito sul proprio sito

Immagine: © Radiohead – sito ufficiale 

 

L’ultima grande azione della band, tuttavia, non è legata al marketing. I Radiohead hanno modificato drasticamente il loro sito web, trasformandolo in un gigantesco showcase. Su di esso, possiamo trovare moltissimo materiale inedito. Tutto gratuito ed accessibile a tutti.

Secondo Jonny Greenwood – un membro della band – nelle sue reti, Thom Yorke è stato hackerato e virtualmente derubato. Gli hacker hanno provato a ricattare il leader dei Radiohead: hanno richiesto 150,000$ per non pubblicare il materiale. Già conosciamo la reazione della band di Abingdon.

La band di Abingdon ci ha aperto le porte della macchina del tempo: i loro concerti al Glastonbury del 2003 o a Pinkpop nel 1996, merchandising vario (ci sono un sacco di magliette), tutte le loro tracce e demo e, in breve, qualsiasi tipo di archivio che i Radiohead hanno tenuto in questi 35 anni di carriera.

Vieni a vedere; le porte sono aperte.

 

SITO DEI RADIOHEAD

(Immagine di copertina: © Radiohead – sito ufficiale)